Food Influencer e Travel Influencer: Scrocconi o Reale Opportunità?

Se sei titolare di un ristorante o di una struttura turistica, o gestisci un ristorante o una struttura turistica, sicuramente ti sarà capitato, e non solo una volta, di ricevere proposte di collaborazione da food influencer o travel influencer per promuovere la tua attività.

In genere si viene contattati tramite la chat di Instagram del ristorante o struttura turistica, e la richiesta è quella di provare gratuitamente l’esperienza in cambio di visibilità. In altre parole, saremo tuoi ospiti per cena o per un breve soggiorno (chiaramente a spese del ristorante e/o dell’hotel) e racconteremo sul nostro profilo quanto vissuto.

Non è tutto oro quello che luccica

Negli ultimi mesi, soprattutto dopo il Pandoro Gate che ha visto coinvolta in prima persona Chiara Ferragni, hanno fatto scalpore i proprietari di ristoranti e hotel che hanno rifiutato collaborazioni con influencer.

In cima alla lista non può che esserci Gambero Rosso che, in qualità di garante delle qualità nel mondo food, non perde occasione di elencare in maniera piuttosto dettagliata, personaggi non autentici e situazioni che potrebbero mettere a repentaglio la trasparenza delle valutazioni dei ristoranti.

Andando oltre i confini nazionali, scopriamo che esistono addirittura ristoranti che vietano l’utilizzo di tecnologia all’interno del locale. Un punto di vista che, per alcuni versi, potrebbe essere condivisibile, salvo poi scoprire che gli stessi chef collaborano come content creator per programmi tv. Un attimo, iniziamo ad essere confusi: food influencer o content creator, si ma come e quando decido io che è giusto. Ah ok, dateci un attimo, stiamo andando a cercare la coerenza.

Sembra evidente che la figura del food influencer fa paura e, alle volte, è anche un po’ scomoda.

Sdoganato l’enigma che sta dietro al rifiuto di ristoranti e strutture ricettive di collaborazioni con food influencer, siamo d’accordo con voi che le richieste di collaborazioni che queste realtà ricevono sono davvero tantissime e qualitativamente discutibili.

Come evitare food influencer e travel influencer scocconi

Se la denuncia di professionisti con un albo che li regolamenta, come dentisti, medici, avvocati, è all’ordine del giorno, figuriamoci cosa può succedere in un territorio relativamente nuovo in cui si può guadagnare semplicemente con un account social.

Proviamo a fare una panoramica dei limiti di questo ambito:

Follower comprati: non c’è imprenditore che non sia orgoglioso del proprio ristorante e l’idea di essere stati contattati da un food influencer che ha 1 milione di follower li fa sentire ancora più importanti. I grandi numeri, alle volte, offuscano il resto e non ci si chiede se quel milione è reale o è dato da follower comprati a un prezzo ridicolo.

Ma spieghiamo anche perché diciamo che lavorare con influencer che hanno comprato i propri follower non ha senso. Prima di tutto, il discorso che “eh ma sono comunque tanti utenti, qualcuno mi vedrà” ce lo dobbiamo proprio dimenticare. Vi spieghiamo chi sono i follower comprati: dato che stiamo parlando di profili di food e travel influencer italiani che pubblicano contenuti rivolti a un pubblico italiano, se tra i loro follower iniziate a vedere un considerevole numero di utenti con nomi strani, evidentemente non italiani, dovreste iniziare ad alzare le antenne. Eh, ma potrebbe essere un influencer italiano che si rivolge a un pubblico di stranieri in Italia: difficile, ipotesi non impossibile, ma moooolto remota.

Se l’influencer in oggetto ha 1 milione di follower ma, in media, ha 130 condivisioni e 8 commenti per post c’è qualcosa che non quadra. Sarà che gli altri 999.862 non sono interessati all’argomento? Stiamo parlando del 99,9% dei follower che non interagiscono con il profilo. Pensate che il vostro ristorante o il vostro hotel potrebbero trarre vantaggio da questa collaborazione o che, probabilmente, chi vi sta contattando sia uno scroccone?

Ultimo, ma non meno importante, Instagram penalizza i profili degli utenti che hanno acquistato follower.

Contenuti poco efficaci: non tutti gli influencer sono creatori di contenuti di alta qualità. Spesso, post/reel/storie possono risultare superficiali o poco autentici, non riuscendo a creare una connessione reale con il pubblico. Questo problema è particolarmente rilevante nel settore food, dove la presentazione visiva e la narrazione sono fondamentali per il successo.

Ma, per non fare di tutta l’erba un fascio, vogliamo indicarvi qualche profilo di diverse tipologie di food influencer, che creano contenuti curati ed efficaci nel mondo food: Carlotta è sicuramente un profilo interessante, Ludovica e Gianmaria e Anna

• Costi elevati: iniziamo col dire che stiamo parlando di attività di marketing e pensare che possano essere gratuite è proprio fuori discussione. Tuttavia, per ottenere il massimo guadagno da una collaborazione con un food influencer, bisogna saper valutare le potenzialità dell’influencer stesso e il possibile ritorno sull’investimento che questa attività può portare.

Facciamo i conti della serva: immaginiamo che lo scontrino medio del vostro ristorante sia di €45 a persona, bisogna considerare che gli influencer verranno a provare il vostro servizio almeno in 2. Quindi si parte da un “investimento” minimo di €90 che, in realtà, per l’imprenditore è più un mancato guadagno e si limita al costo di materie prime, servizi e personale. Alla cena gratuita dovete aggiungere, se collaborate con gli influencer in autonomia, la scommesa sulla valutazione economica che fate in base alle performance delle pubblicazioni. Immaginiamo che l’infleuncer vi chieda €350 per creare e pubblicare i contenuti sui propri profili social e che voi accettiate. Avete messo sul piatto €440 a occhi chiusi. Diciamo che da questa attività, se consideriamo un investimento in marketing del 10% per scontrino, per rientrare dei costi, dovrebbero arrivare tra gli 80 e i 90 nuovi clienti.

Ecco perché noi abbiamo deciso di adottare un metodo che lavora sugli obiettivi reali raggiunti e non chiediamo ai clienti che si affidano a noi per le campagne di influencer marketing di scommettere centinaia di euro! (link da qualche parte)

Food influencer e travel influencer: un’opportunità

Se da una parte ci sono i furbetti, dall’altra c’è chi lavora con la massima trasparenza e affidabilità, un po’ come i tutti i settori del resto. Vediamo, quindi, quali sono le opportunità per ristoranti e strutture turistiche che si affidano agli influencer seri.

  1. Targetizzazione Precisa
    Gli influencer, specialmente quelli di nicchia, hanno il potere di raggiungere segmenti di pubblico altamente targettizzati. Questo è particolarmente utile per le aziende che operano in settori specifici come il food e il travel. Nano e micro influencer come @bacchetteforchette (Cristina) e @giorgette_co (Giorgia Cozza) hanno un seguito fedele e coinvolto, che può offrire alle aziende un’opportunità unica di entrare in contatto con consumatori interessati.
  2. Autenticità e Fiducia
    Gli influencer spesso hanno costruito una relazione di fiducia con il loro pubblico. Questo può tradursi in una maggiore efficacia delle campagne promozionali, poiché i follower tendono a fidarsi delle raccomandazioni degli influencer che seguono. Secondo uno studio di Edelman, il 63% dei consumatori trova più credibili le opinioni degli influencer rispetto a quelle delle aziende.
  3. Creatività e Innovazione
    Gli influencer sono spesso trendsetter e creativi. Collaborare con loro può portare nuove idee e approcci innovativi nelle campagne di marketing. Questo è particolarmente evidente nei settori food e travel, dove la capacità di raccontare storie visive e coinvolgenti è fondamentale.

In conclusione, l’influencer marketing nei settori food e travel presenta sia opportunità che sfide. È fondamentale per le aziende fare una valutazione accurata degli influencer con cui collaborano, prestando attenzione alla qualità dei loro follower e dei contenuti. Collaborare con nano e micro influencer può spesso rivelarsi una strategia più efficace e autentica.

Per le aziende che desiderano esplorare il mondo dell’influencer marketing, è consigliabile iniziare con collaborazioni su piccola scala e monitorare attentamente i risultati. Con il giusto approccio, l’influencer marketing può trasformarsi da potenziale trappola in una reale opportunità di crescita e innovazione.